RASSEGNA STAMPA

La Repubblica - G8, l´affondo di Pericu "Un tavolo internazionale"

Genova, 23 marzo 2008

L´ex sindaco rilancia la commissione d´inchiesta e propone Genova per un convegno di livello mondiale
G8, l´affondo di Pericu "Un tavolo internazionale"
Fu tra i primi a invocarla e non ha mai smesso di crederci, quindi anche oggi che, grazie al clima elettorale, è tornata di moda, Giuseppe Pericu ex sindaco di Genova, continua a battersi per una Commissione parlamentare d´inchiesta sul G8. Non solo. In un´intervista a Repubblica lancia anche la proposta di un convegno internazionale sulle vicende del luglio 2001, ma al disopra delle parti e degli interessi politici. E sul prossimo summit in programma alla Madadlena dice: «L´esperienza di Genova dovrebbe aver insegnato qualcosa nei rapporti con il movimento no global. La mia speranza è che il governo che gestirà il G8 della Maddalena avrà saputo trarre i giusti insegnamenti dalle vicende genovesi. A cominciare dai rapporti e dalle sovrapposizioni tra forze dell´ordine e politica».

Pericu riapre il tavolo del G8 "Voglio un forum internazionale"
L´ex sindaco rilancia: subito commissione d´inchiesta
"Aspettiamo ancora che sia fatta chiarezza sulla presenza del vicepremier Fini e Ascierto nella sala operativa dei carabinieri"

MARCO PREVE
Sono passati quasi sette anni da quel luglio 2001, ma forse, per assurdo, oggi è ancor più difficile affrontare i temi del G8, l´assalto alla Diaz, la prigione di Bolzaneto. Troppi proclami interessati, e poi la vicinanza delle sentenze, le prime inconfutabili verità, la consapevolezza di un evento abnorme per una moderna democrazia, una classe politica trasversale ancora strettamente legata ai vertici della polizia.
Chi ha sempre tenuto una posizione precisa nei confronti di quegli avvenimenti, è l´ex sindaco di Genova, Giuseppe Pericu. Ecco alcune sue riflessioni alla luce del riaccendersi del dibattito politico, in particolare sulla vicenda di Bolzaneto, la tortura, le responsabilità politiche. E il suo invito finale a realizzare a Genova un convegno internazionale, al disopra delle parti e degli interessi politici.
È proprio di queste ultime ore la polemica divampata dopo le dichiarazioni di Walter Veltroni e Giuliano Amato sulla necessità di una Commissione parlamentare d´inchiesta. Esponenti della Sinistra Arcobaleno come Fausto Bertinotti o Vittorio Agnoletto hanno definito "propaganda sfacciata" le loro dichiarazioni.
«Io sono una persona che ha sempre detto quel che pensava. E cioè che la Commissione parlamentare d´inchiesta era ed è necessaria. Il fatto che oggi all´interno del Partito Democratico come ieri dentro i Democratici di Sinistra e la Margherita ci fosse una parte favorevole e una contraria non ha certo fatto cambiare la mia opinione».
A un mese dalle elezioni c´è il sospetto che qualcuno possa strumentalizzare il tema G8 a fini elettorali?
«Visto che alle domande bisogna rispondere, le dico di sì. Che evidentemente questo rischio è possibile».
Oggi come ieri, perché la Commissione?
«Perché non abbiamo ancora una verità complessiva su quelle vicende.
Abbiamo avuto o siamo in attesa di sentenze sulle responsabilità del funzionario di polizia x o y, così come del black bloc di turno, ma non sappiamo il come mai questo si possa essere verificato».
Alti funzionari di polizia imputati al processo Diaz in questi anni sono stati promossi a ruoli della massima importanza. C´è chi ritiene fosse opportuno un passo indietro.
«Io appartengo alla classe dei giuristi, per noi il diritto viene prima di tutto. Quindi non posso che ricordare che per determinati provvedimenti bisogna attendere le sentenze. Quanto poi a valutazioni discrezionali e linee di comportamento rientrano nelle sensibilità delle singole amministrazioni».
Il prossimo summit del G8 si terrà di nuovo in Italia sull´isola della Maddalena.
«L´esperienza di Genova dovrebbe aver insegnato qualcosa nei rapporti con il movimento no global, come prevenire determinate situazioni e come intervenire su altre. La mia speranza è che il governo che gestirà il G8 della Maddalena avrà saputo trarre i giusti insegnamenti dalle vicende genovesi».
A cominciare dai rapporti e dalle sovrapposizioni tra forze dell´ordine e politica.
«Ricordo ancora lo stupore del mattino in cui mi svegliai e scoprii come tutti gli altri genovesi che erano stati utilizzati i container come muro a difesa della Zona Rossa. Di fatto come sindaco potei partecipare agli aspetti riguardanti l´ordine pubblico solo fino a martedì 7 luglio. Da quel momento in poi la situazione venne presa in mano dai vertici della polizia italiana. Anche se durante i giorni caldi la politica fu ben presente».
«Mi riferisco - continua Pericu - alla presenza del vicepremier Gianfranco Fini e del parlamentare di An Filippo Ascierto nella sala operativa dei carabinieri. Si tratta di un risvolto mai completamente chiarito e per il quale la Commissione sarebbe davvero servita. La responsabilità politica era quella legata all´organizzazione delle manifestazioni ma non si doveva sovrapporre alla gestione delle stesse che era invece compito esclusivo
delle forze dell´ordine».
Cosa si aspetta che accada?
«Intanto non è un tema che possa essere sottovalutato e abbandonato: i processi dei black bloc e quelli della Diaz e di Bolzaneto dimostrano che ci sono state cose fuori dalla norma. Oltre alla Commissione mi auguro che possa prendere forma e concretizzarsi una momento di riflessione di alto livello, un convegno, una tavola rotonda, nella quale il dibattito e le idee siano al disopra degli interessi politici del momento, una riflessione di valenza internazionale».
Ieri intanto il G8 di Genova e in particolare le violenze e gli abusi di Bolzaneto sono diventati oggetto del "post", l´intervento, quotidiano di Beppe Grillo sul suo sito - che compare al nono posto tra i blog d´informazione più seguiti al mondo. Il tono è quello sferzante e disilluso allo stesso tempo. Il titolo è "Metti tre giorni a Bolzaneto", e il pezzo riassume con efficacia umiliazioni e maltrattamenti subiti da centinaia di detenuti, soffermandosi poi sull´assenza del reato di tortura nel nostro ordinamento.
Il processo per le violenze a Bolzaneto riprenderà lunedì 31 marzo e continueranno a parlare gli avvocati delle parti civili, italiani e stranieri, per i quali alla fine la richiesta di risarcimento danni potrebbe essere di diversi milioni di euro. Quanto alla Diaz, il processo
riprenderà nella prima settimana di aprile e dovrebbero essere sentiti gli ultimi testimoni chiamati dai difensori dei poliziotti imputati.